Non è raro sentirsi dire, recandosi all’estero: “Italiano? Ah pizza pomodoro e mozzarella!”. E sì il pomodoro è uno degli alimenti più iconici della penisola italiana, associato da chiunque al bel Paese e all’italianità. E quest’anno la produzione di pomodoro, fortunatamente, dopo un biennio buio, è tornata ad essere una delle industrie trainati del settore agricolo italiano. Con una produzione pari a 5 milioni e 600 mila tonnellate, infatti, l’Italia si configura come il secondo paese produttore in tutto il mondo: il pomodoro tricolore sorpassa la Cina e resta in coda solo alla California.
Questo aumento positivo dipende principalmente da tre fattori:
- Un aumento in ettari della superficie coltivata;
- Una migliore resa agricola grazie al clima secco che si è registrato in primavera e in estate;
- La riuscita di un ottimo prodotto, riconosciuto in tutto il mondo per il suo gusto e il suo valore nutritivo.
Così il Made in Italy continua a imporsi da protagonista nel mercato internazionale non solo a livello numerico, ma anche a livello di valore percepito del prodotto: un sugo Made in Italy, agli occhi del mondo, rimane sempre un sugo superiore a tutti gli altri, per tutto il sistema iconico e tradizionale che negli anni vi si è costruito intorno, perché sugo italiano nell’immaginario collettivo significa: sole, mare, genuinità, bontà, artiginalità.
Nonostante il Covid-19 e la mancanza di manodopera, nel 2021 l’industria del pomodoro ha prodotto intorno a 3 miliardi e 700 milioni di euro con un tasso di esportazione pari al 60% della produzione, di cui il 13% destinato al mercato mondiale e il 53% al mercato europeo.
Se per il 2022 si dovesse confermare un trend uguale o superiore di produzione e di fatturato allora l’industria del pomodoro avrebbe un grande impatto sul PIL e sull’industria del paese insieme. A preoccupare adesso sono i costi finali destinati ai consumatori, che dipendono principalmente da fattori quali noli marittimi elevati, il rincaro delle materie prime e dei costi energetici. Costi che non potranno essere totalmente assorbiti dall’industria di trasformazione.